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{"Annotazione":" Preferiamo alla comun lezione\n<b>Elena vidi.... e vidi il grande<\/b> ec. questa del Buti e di vari\nautorevoli codici, la quale anche a noi pare che ponga molto\nmaggior connessione in tutto il contesto. La stessa forma di\ndire si ha nel C. XX, 118 e seg. — <b>Per cui tanto reo<\/b> ec.\nElena, fuggitasi con Paride fu cagione della lunga guerra troiana\ne di tutte le catastrofi a quella succedute.\n\n","Cantica":"Inferno","Canto":"05","Commentario":"Raffaello Andreoli 1856","Frammenti":[" Elena vedi"],"FrammentoNota":"<pre>Preferiamo alla comun lezione <b>Elena vidi.... e vidi il grande<\/b> ec. questa del Buti e di vari autorevoli codici, la quale anche a noi pare che ponga molto maggior connessione in tutto il contesto. La stessa forma di dire si ha nel C. XX, 118 e seg.<\/pre>","IdAnnotazione":"comm_13_ann_1","IdCommentario":"comm_13","IdRiferimento":"comm_13_ann_1_rif_1","InfoCitazione.Autore":"http:\/\/www.wikidata.org\/entity\/Q1067","InfoCitazione.Fonte":"http:\/\/www.wikidata.org\/entity\/Q40185","InfoCitazione.LuogoFonte":"Inf. XX, 18","InfoCitazione.NotaFonte":"Il rinvio al v. 118 \u00e8 errato.","InfoCitazione.TestoFonte":"ma io nol vidi, né credo che sia","InfoCitazione.UrlFonte":"https:\/\/dama.dantenetwork.it\/index.php?id=19&workSign=Dante_Commedia&pb=20&start=1&L=0","NaturaRiferimento":"SUPPORTO ESTERNO","NumAnnotazione":1.0,"NumRiferimento":1.0,"RapportoCommentoCommentatoreText":"nan","RapportoSoggettoOggetto":"CONFERMA","Rif":"SUPPORTO ESTERNO","Stato":"done","TipoDiCitazione":"no","UltimaMod":"2021-07-10 07:05:03","Verso":"64-65","from":4430.0,"to":4432.0},{"Annotazione":"%chi%alpha%mu%o%zeta\\ <i>fraenum<\/i> spiega lo Schrevelio [<i>Lexic.\nLatino-Graec.<\/i> art. %chi%alpha%mu%o%zeta\\], e per <i>freno<\/i> dee qu\u00ec\npornelo anche il poeta nostro; perocch\u00e8 fa qu\u00ec egli verificarsi\nci\u00f2 che avvert\u00ec nel canto precedente v. 40 e segg.\n\n <i>Lo fren vuol esser del contrario suono<\/i>;\n <i>Credo che l'udirai, per mio avviso<\/i>,\n <i>Prima che giunghi al passo del perdono<\/i>:\n\ne vuol dire che l'udito spaventevole suono di quelle voci fu il\n<b>duro<\/b>, il forte, freno di che avevalo prevenuto, e che dovrebbe\nritener l'uomo ne' termini del dovere.\n\n","Cantica":"Purgatorio","Canto":"14","Commentario":"Baldassare Lombardi 1791-92","Frammenti":[" Quel fu il duro camo"],"FrammentoNota":"<pre><strong>Camo <\/strong>per <i>freno<\/i> dee quì pornelo anche il poeta nostro; perocchè fa quì egli verificarsi ciò che avvertì nel canto precedente v. 40 e segg.\r\n <i>Lo fren vuol esser del contrario suono<\/i>;\r\n <i>Credo che l'udirai, per mio avviso<\/i>,\r\n <i>Prima che giunghi al passo del perdono<\/i>:\r\ne vuol dire che l'udito spaventevole suono di quelle voci fu il <b>duro<\/b>, il forte, freno di che avevalo prevenuto, e che dovrebbe ritener l'uomo ne' termini del dovere.\r\n<\/pre>","IdAnnotazione":"comm_11_ann_2","IdCommentario":"comm_11","IdRiferimento":"comm_11_ann_2_rif_2","InfoCitazione.Autore":"http:\/\/www.wikidata.org\/entity\/Q1067","InfoCitazione.Fonte":"http:\/\/www.wikidata.org\/entity\/Q40185","InfoCitazione.LuogoFonte":"Purg. XIII 40-42","InfoCitazione.NotaFonte":"","InfoCitazione.TestoFonte":"Lo fren vuol esser del contrario suono;<br \/>credo che l'udirai, per mio avviso,<br \/>prima che giunghi al passo del perdono.","InfoCitazione.UrlFonte":"https:\/\/dama.dantenetwork.it\/index.php?id=19&L=0&workSign=Dante_Commedia&pb=47","NaturaRiferimento":"LOCI PARALLELI","NumAnnotazione":2.0,"NumRiferimento":2.0,"RapportoCommentoCommentatoreText":"nan","RapportoSoggettoOggetto":"CONFERMA","Rif":"LOCI PARALLELI","Stato":"done","TipoDiCitazione":"no","UltimaMod":"2022-03-14 17:52:11","Verso":"143-144","from":14253.0,"to":14271.0},
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{"Annotazione":"«Cio\u00e8 passamento di misura,» dice il\nButi. Anche Sallustio, Catil., 12, nota che le ricchezze avevano\nne' romani animi ingenerato superbia e l'abito di «nihil pensi\nneque moderati habere.»\n\n","Cantica":"Inferno","Canto":"16","Commentario":"Raffaello Andreoli 1856","Frammenti":[" Dismisura."],"FrammentoNota":"<pre>Anche Sallustio, Catil., 12, nota che le ricchezze avevano ne' romani animi ingenerato superbia e l'abito di «nihil pensi neque moderati habere.»<\/pre>","IdAnnotazione":"comm_13_ann_4","IdCommentario":"comm_13","IdRiferimento":"comm_13_ann_4_rif_4","InfoCitazione.Autore":"http:\/\/www.wikidata.org\/entity\/Q7170","InfoCitazione.Fonte":"http:\/\/www.wikidata.org\/entity\/Q776615","InfoCitazione.LuogoFonte":"De Catilinae coniuratione 12","InfoCitazione.NotaFonte":"","InfoCitazione.TestoFonte":"igitur ex divitiis iuventutem luxuria atque avaritia cum superbia invasere: rapere consumere, sua parvi pendere aliena cupere, pudorem pudicitiam, divina atque humana promiscua, <strong>nihil pensi neque moderati habere<\/strong>.","InfoCitazione.UrlFonte":"http:\/\/www.perseus.tufts.edu\/hopper\/text?doc=Perseus%3Atext%3A2008.01.0002%3Atext%3DCat.%3Achapter%3D12","NaturaRiferimento":"LOCI PARALLELI","NumAnnotazione":4.0,"NumRiferimento":4.0,"RapportoCommentoCommentatoreText":"nan","RapportoSoggettoOggetto":"CONFERMA","Rif":"LOCI PARALLELI","Stato":"done","TipoDiCitazione":"no","UltimaMod":"2022-03-10 15:25:02","Verso":"74","from":15006.0,"to":15007.0},
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{"Annotazione":"«Cos\u00ec chiama anche in una Canzone\nquella cavit\u00e0 del cuore che \u00e8 ricettacolo del sangue, e che lo\nHarvey chiama <i>sanguinis promptuarium et cisterna.<\/i> Il Boccaccio\ndice che in questa cavit\u00e0 <i>abitano gli spiriti vitali<\/i>, e di l\u00ec\nviene il sangue ed il calore che per tutto il corpo si spande.» \n<i>Tom.<\/i>\n\n","Cantica":"Inferno","Canto":"01","Commentario":"G.A. Scartazzini 1872-82 [2nd ed. 1900]","Frammenti":[" Lago del cor"],"FrammentoNota":"<pre>Così chiama anche in una Canzone quella cavità del cuore che è ricettacolo del sangue, e che lo\r\nHarvey chiama <i>sanguinis promptuarium et cisterna.<\/i><\/pre>","IdAnnotazione":"comm_19_ann_5","IdCommentario":"comm_19","IdRiferimento":"comm_19_ann_5_rif_5","InfoCitazione.Autore":"http:\/\/www.wikidata.org\/entity\/Q1067","InfoCitazione.Fonte":"http:\/\/www.wikidata.org\/entity\/Q1092462","InfoCitazione.LuogoFonte":"Rime 46, 45-47 ","InfoCitazione.NotaFonte":"Tommaseo fa anche riferimento a Boccaccio come commentatore di Dante e alla definizione del cuore fornita da William Hervey (1578-1657) nell'\"Exercitatio anatomica de motu cordis et sanguinis in animalibus\".","InfoCitazione.TestoFonte":"e l sangue chè per le vene disperso<br \/>correndo fugge verso<br \/>il cuor, che l chiama, ondio rimango bianco.","InfoCitazione.UrlFonte":"https:\/\/dama.dantenetwork.it\/index.php?id=19&workSign=Dante_Rime&pb=57&start=1&L=0","NaturaRiferimento":"LOCI PARALLELI","NumAnnotazione":5.0,"NumRiferimento":5.0,"RapportoCommentoCommentatoreText":"[{'Commento': 'https:\/\/dante.dartmouth.edu\/biblio.php?comm_id=18375', 'Rapporto': 'CONFERMA'}]","RapportoSoggettoOggetto":"CONFERMA","Rif":"LOCI PARALLELI","Stato":"done","TipoDiCitazione":"no","UltimaMod":"2021-05-05 18:18:20","Verso":"20","from":144.0,"to":147.0},
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{"Annotazione":"«Dall'opere, dice l'Anon.,\nebbe soprannome di Guerra.» Alla testa di 400 Guelfi usciti di\nFirenze, ebbe non poca parte nella vittoria di Carlo sopra\nManfredi. Gio. Villani, VII, 8.\n\n","Cantica":"Inferno","Canto":"16","Commentario":"Raffaello Andreoli 1856","Frammenti":[" Guidoguerra ebbe nome."],"FrammentoNota":"<strong>Guido Guerra ebbe nome<\/strong>. «Dall'opere, dice l'Anon., ebbe soprannome di Guerra.» Alla testa di 400 Guelfi usciti di Firenze, ebbe non poca parte nella vittoria di Carlo sopra Manfredi. Gio. Villani, VII, 8.","IdAnnotazione":"comm_13_ann_7","IdCommentario":"comm_13","IdRiferimento":"comm_13_ann_7_rif_7","InfoCitazione.Autore":"http:\/\/www.wikidata.org\/entity\/Q704179","InfoCitazione.Fonte":"http:\/\/www.wikidata.org\/entity\/Q739036","InfoCitazione.LuogoFonte":"Nova Cronica VIII, 8","InfoCitazione.NotaFonte":"","InfoCitazione.TestoFonte":"Lo re Carlo veggendo Manfredi e sua gente venuti a campo per combattere, ebbe suo consiglio di prendere la battaglia il giorno o d’indugiarla. Gli più de’ suoi baroni consigliarono del soggiorno infino a la mattina vegnente, per riposare i cavagli dell’affanno avuto per lo forte cammino, e messer Gilio il Bruno conastabole di Francia disse il contrario, e che indugiando, i nimici prenderanno cuore e ardire, e a·lloro potea al tutto fallire la vivanda, e che se altri dell’oste no·lla volesse la battaglia, egli solo col suo signore Ruberto di Fiandra e consua gente si metterebbe alla ventura del combattere,<br \/>avendo fidanza in Dio d’avere la vittoria contra’ nemici di santa Chiesa. Veggendo ciò il re Carlo, s’attenne e prese il suo consiglio, e per la grande volontà ch’avea del combattere, disse con alta voce a’ suoi cavalieri: «Venus est le iors ce nos avons tant desiré»; e fece sonare le trombe, e comandò ch’ogni uomo s’armasse e apparecchiasse per andare alla battaglia, e così in poca d’ora fu fatto. E ordinò, sì come i suoi nemici, a petto di loro tre schiere principali: la prima schiera era de’ Franceschi in quantità di M cavalieri, ond’erano capitani messer Filippo di Monforte e ’l maliscalco di Mirapesce; la seconda lo re Carlo col conte Guido di Monforte, e con molti de’ suoi baroni e cavalieri della reina, e co’ baroni e cavalieri di Proenza, e Romani, e Campagnini, ch’erano intorno di VIIIIc cavalieri, e le ’nsegne reali portava messer Guiglielmo lo Stendardo, uomo di grande valore; la terza fu guidatore Ruberto conte di Fiandra col suo maestro Gilio maliscalco di Francia, con Fiamminghi, e Bramanzoni, e Annoieri, e Piccardi, in numero di VIIc cavalieri. <strong>E di fuori di queste schiere furono gli usciti guelfi di Firenze con tutti gl’Italiani, e furono più di CCCC cavalieri, de’ quali molti di loro delle maggiori case di Firenze si feciono cavalieri per mano del re Carlo in su il cominciare della battaglia; e di questa gente, Guelfi di Firenze e di Toscana, era capitano il conte Guido Guerra<\/strong>, e la ’nsegna di loro portava in quella battaglia messer Currado da Montemagno di Pistoia. E veggendo il re Manfredi fatte le schiere, domandò della schiera quarta che gente erano, i quali comparivano molto bene inn-arme e in cavagli e in arredi e sopransegne; fugli detto ch’erano la parte guelfa usciti di Firenze e dell’altre terre di Toscana. Allora si dolfe Manfredi dicendo: «Ov’è l’aiuto ch’io hoe dalla parte ghibellina, ch’io ho cotanto servita, e messo in loro cotanto tesoro?», e disse: «Quella gente», cioè la schiera de’ Guelfi «non possono oggi perdere»; e ciò venne a dire, s’egli avesse vittoria ch’egli sarebbe amico de’ Guelfi di Firenze, veggendogli sì fedeli al loro signore e a·lloro parte, e nemico de’ Ghibellini.","InfoCitazione.UrlFonte":"http:\/\/www.letteraturaitaliana.net\/pdf\/Volume_2\/t48.pdf","NaturaRiferimento":"LOCI PARALLELI","NumAnnotazione":7.0,"NumRiferimento":7.0,"RapportoCommentoCommentatoreText":"nan","RapportoSoggettoOggetto":"CONFERMA","Rif":"LOCI PARALLELI","Stato":"done","TipoDiCitazione":"no","UltimaMod":"2022-03-10 14:19:39","Verso":"38","from":14749.0,"to":14753.0},
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{"Annotazione":"«Del papale ammanto.» \nPurg. XIX, 104: «Pesa il gran manto a chi dal fango il\nguarda.»\n\n","Cantica":"Inferno","Canto":"19","Commentario":"Raffaello Andreoli 1856","Frammenti":[" La ripa, la costa di questa bolgia (v. 35).\n\n\t|69. Del gran manto. C. II, 27"],"FrammentoNota":"Del gran manto. C. II, 27 «Del papale ammanto.» Purg. XIX, 104: «Pesa il gran manto a chi dal fango il guarda.»","IdAnnotazione":"comm_13_ann_8","IdCommentario":"comm_13","IdRiferimento":"comm_13_ann_8_rif_8","InfoCitazione.Autore":"http:\/\/www.wikidata.org\/entity\/Q1067","InfoCitazione.Fonte":"http:\/\/www.wikidata.org\/entity\/Q40185","InfoCitazione.LuogoFonte":"Inf. II, 27","InfoCitazione.NotaFonte":"","InfoCitazione.TestoFonte":"di sua vittoria e del papale ammanto","InfoCitazione.UrlFonte":"https:\/\/dama.dantenetwork.it\/index.php?id=19&L=0&workSign=Dante_Commedia&pb=2","NaturaRiferimento":"LOCI PARALLELI","NumAnnotazione":8.0,"NumRiferimento":8.0,"RapportoCommentoCommentatoreText":"nan","RapportoSoggettoOggetto":"CONFERMA","Rif":"LOCI PARALLELI","Stato":"done","TipoDiCitazione":"no","UltimaMod":"2022-03-17 17:13:55","Verso":"68","from":17942.0,"to":17949.0},
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{"Annotazione":"«Nelli anni di Cristo 1301,\ndel mese di maggio, la parte Bianca di Pistoia, con lo aiuto e\nfavore de' Bianchi che reggeano Firenze, ne cacciarono la parte\nNera, e disfeciono le loro case, palazzi e possessioni.» Gio.\nVillani, VIII, 44. — <b>Si dimagra<\/b>, si spopola. «Gli abitanti\nsono come il succo ella vita civile.» Tommas\u00e8o.\n\n","Cantica":"Inferno","Canto":"24","Commentario":"Raffaello Andreoli 1856","Frammenti":[" Pistoia in pria"],"FrammentoNota":"<strong>Pistoia in pria<\/strong> ec., «Nelli anni di Cristo 1301, del mese di maggio, la parte Bianca di Pistoia, con lo aiuto e favore de' Bianchi che reggeano Firenze, ne cacciarono la parte Nera, e disfeciono le loro case, palazzi e possessioni.» Gio. Villani, VIII, 44.","IdAnnotazione":"comm_13_ann_11","IdCommentario":"comm_13","IdRiferimento":"comm_13_ann_11_rif_11","InfoCitazione.Autore":"http:\/\/www.wikidata.org\/entity\/Q704179","InfoCitazione.Fonte":"http:\/\/www.wikidata.org\/entity\/Q739036","InfoCitazione.LuogoFonte":"Nova Cronica IX, 45","InfoCitazione.NotaFonte":"","InfoCitazione.TestoFonte":"Negli anni di Cristo MCCCI, del mese di maggio, la parte bianca di Pistoia coll’aiuto e favore de’ Bianchi che governavano la città di Firenze ne cacciarono la parte nera, e disfeciono le loro case, palazzi, e possessioni, intra l’altre una forte e ricca possessione de’ palazzi e torri ch’erano de’ Cancellieri neri, che si chiamava Dammiata.","InfoCitazione.UrlFonte":"http:\/\/www.letteraturaitaliana.net\/pdf\/Volume_2\/t48.pdf","NaturaRiferimento":"LOCI PARALLELI","NumAnnotazione":11.0,"NumRiferimento":11.0,"RapportoCommentoCommentatoreText":"nan","RapportoSoggettoOggetto":"CONFERMA","Rif":"LOCI PARALLELI","Stato":"done","TipoDiCitazione":"no","UltimaMod":"2022-04-06 09:18:54","Verso":"143","from":23558.0,"to":23561.0},
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{"Annotazione":"«Ohm\u00e8, chi fu quel primo che li\n<b>pesi<\/b> de l'oro coperto e le <i>pietre<\/i> che si voleano ascondere,\npreziosi pericoli, cavoe?» (<i>Conv.<\/i>, IV, xii, 4). — <b>per forza\ndi poppa<\/i><\/b>: col petto, senza far uso delle braccia. — L'ebbero\nattaccato alle ricchezze, che poi son <b>pesi<\/b> e <i>pietre<\/i><\/b>, e\nl'hanno in eterno attaccato ai massi, che devono far ruzzolare\ndall'una all'altra estremit\u00e0 del cerchio; e con quanto affanno,\nlo dichiara l'accento del verso.\n\n","Cantica":"Inferno","Canto":"07","Commentario":"Luigi Pietrobono 1949 [1924-30]","Frammenti":[" voltando pesi"],"FrammentoNota":"<pre>«Ohmè, chi fu quel primo che li\r\n<b>pesi<\/b> de l'oro coperto e le <i>pietre<\/i> che si voleano ascondere,\r\npreziosi pericoli, cavoe?» (<i>Conv.<\/i>, IV, xii, 4). — <b>per forza\r\ndi poppa<\/b>: col petto, senza far uso delle braccia. — L'ebbero\r\nattaccato alle ricchezze, che poi son <b>pesi<\/b> e <i>pietre<\/i>, e\r\nl'hanno in eterno attaccato ai massi, che devono far ruzzolare\r\ndall'una all'altra estremità del cerchio; e con quanto affanno,\r\nlo dichiara l'accento del verso.\r\n<\/pre>","IdAnnotazione":"comm_20_ann_12","IdCommentario":"comm_20","IdRiferimento":"comm_20_ann_12_rif_12","InfoCitazione.Autore":"http:\/\/www.wikidata.org\/entity\/Q1067","InfoCitazione.Fonte":"http:\/\/www.wikidata.org\/entity\/Q666014","InfoCitazione.LuogoFonte":"IV, xii, 4","InfoCitazione.NotaFonte":"Pietrobono cita il \"Convivio\", ma va segnalato che il riferimento coincide con una traduzione dantesca di un passo del \"De consolatione philosophiae\" di Boezio: \u00abHeu! primus quis fuit ille, \/ Auri qui pondera tecti, \/ Gemmasque latere volentes \/ Pretiosa pericula fodit?\u00bb (I, 1).","InfoCitazione.TestoFonte":"Promettono le false traditrici sempre, in certo numero adunate, rendere lo raunatore pieno d'ogni appagamento; e con questa promessione conducono l'umana volontade in vizio d'avarizia. E per questo le chiama Boezio, in quello Di Consolazione, pericolose, dicendo: «Ohmè! chi fu quel primo che li pesi dell'oro coperto e le pietre che si voleano ascondere, preziosi pericoli, cavòe?».","InfoCitazione.UrlFonte":"https:\/\/dama.dantenetwork.it\/index.php?id=19&workSign=Dante_CV&pb=62&start=1&L=0","NaturaRiferimento":"LOCI PARALLELI","NumAnnotazione":12.0,"NumRiferimento":12.0,"RapportoCommentoCommentatoreText":"nan","RapportoSoggettoOggetto":"CONFERMA","Rif":"LOCI PARALLELI","Stato":"done","TipoDiCitazione":"no","UltimaMod":"2022-03-17 17:57:04","Verso":"27","from":5987.0,"to":5989.0},
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{"Annotazione":"«Questa mia opera (scriveva\nDante a Can della Scala) \u00e8 polisensa, cio\u00e8 di pi\u00f9 sensi: il\nprimo senso \u00e8 il letterale, il secondo l'allegorico, ossia\nmorale.» E la morale ha da intendersi nel pieno suo significato,\ncio\u00e8 cos\u00ec la pubblica, come la privata: onde il secondo senso\ngeneralmente \u00e8 proprio morale, ma talvolta \u00e8 politico, talvolta\npure (come in tutto questo primo Canto) \u00e8 morale e politico\ninsieme. Letteralmente adunque, la selva \u00e8 quale il Poeta ce la\ndescrive. Il Galilei, conformandosi al Manetti e al Benivieni,\ndimostra con ragioni geometriche desunte dal sito e dalle misure\ndell'Inferno di Dante, che questa selva \u00e8 da lui finta nelle\nvicinanze di Cuma, dove appunto i greci e latini poeti, e\nparticolarmente Virgilio conduttore del nostro, posero la discesa\ndell'Inferno. N\u00e8 osta che la lonza ed il leone, da Dante\ntrovatevi, non sieno fiere di queste regioni: perciocch\u00e8 questi\nnon sono animali terrestri, ma mostri sbucati d'Inferno, come lo\nstesso Poeta espressamente dice della lupa (v. 110), la qual pure\n\u00e8 nostrale. Moralmente, la selva rappresenta il disordine\nprodotto dalla corruzion de' costumi. Politicamente, la miseria\ne confusione dell'Italia afflitta dalle parti guelfa e\nghibellina, ma (secondo Dante ghibellino) massimamente dalla\nguelfa.\n\n","Cantica":"Inferno","Canto":"01","Commentario":"Raffaello Andreoli 1856","Frammenti":[" Una selva oscura."],"FrammentoNota":"<pre>«Questa mia opera (scriveva Dante a Can della Scala) è polisensa, cioè di più sensi: il\r\nprimo senso è il letterale, il secondo l'allegorico, ossia morale.» <\/pre>","IdAnnotazione":"comm_13_ann_15","IdCommentario":"comm_13","IdRiferimento":"comm_13_ann_15_rif_15","InfoCitazione.Autore":"http:\/\/www.wikidata.org\/entity\/Q1067","InfoCitazione.Fonte":"http:\/\/www.wikidata.org\/entity\/Q3730666","InfoCitazione.LuogoFonte":"Epistole XIII xx 7","InfoCitazione.NotaFonte":"","InfoCitazione.TestoFonte":"Ad evidentiam itaque dicendorum sciendum est quod istius operis non est simplex sensus, ymo dici potest <strong>polysemos<\/strong>, hoc est plurium sensuum; nam primus sensus est qui habetur per litteram, alius est qui habetur per significata per litteram. Et primus dicitur litteralis, secundus vero allegoricus sive moralis sive anagogicus.","InfoCitazione.UrlFonte":"https:\/\/dama.dantenetwork.it\/index.php?id=19&workSign=Dante_Epistole&pb=13&start=1&L=0","NaturaRiferimento":"SUPPORTO ESTERNO","NumAnnotazione":15.0,"NumRiferimento":15.0,"RapportoCommentoCommentatoreText":"nan","RapportoSoggettoOggetto":"CONFERMA","Rif":"SUPPORTO ESTERNO","Stato":"done","TipoDiCitazione":"no","UltimaMod":"2021-07-06 16:53:17","Verso":"2","from":10.0,"to":13.0},
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{"Annotazione":"«lo sommo desiderio di ciascuna\ncosa, e prima da la natura dato, \u00e8 lo ritornare a lo suo\nprincipio»; perci\u00f2 appena entrato nel nuovo cammino, cio\u00e8 appena\nrinato, <i>dirizza li occhi al termine del suo sommo bene<\/i>\n(<i>Conv.<\/i>, IV, xii, 14-16). <i>Levavi oculos meos in montes unde\nveniet auxilium mihi<\/i> (Ps., 120, 1). <i>Populus qui ambulabat in\ntenebris vidit lucem magnam; habitantibus in regione umbrae\nmortis lux orta est eis<\/i> (Is., IX, 2).\n\n","Cantica":"Inferno","Canto":"01","Commentario":"Luigi Pietrobono 1949 [1924-30]","Frammenti":[" guardai in alto"],"FrammentoNota":"<pre>«lo sommo desiderio di ciascuna\r\ncosa, e prima da la natura dato, è lo ritornare a lo suo\r\nprincipio»; perciò appena entrato nel nuovo cammino, cioè appena\r\nrinato, <i>dirizza li occhi al termine del suo sommo bene<\/i>\r\n(<i>Conv.<\/i>, IV, xii, 14-16).<\/pre>","IdAnnotazione":"comm_20_ann_16","IdCommentario":"comm_20","IdRiferimento":"comm_20_ann_16_rif_16","InfoCitazione.Autore":"http:\/\/www.wikidata.org\/entity\/Q1067","InfoCitazione.Fonte":"http:\/\/www.wikidata.org\/entity\/Q666014","InfoCitazione.LuogoFonte":"IV, xii, 14-15","InfoCitazione.NotaFonte":"","InfoCitazione.TestoFonte":"Per che io dico che non solamente nell'acquisto della scienza e delle ricchezze, ma in ciascuno acquisto l'umano desiderio si dilata, avegna che per altro e altro modo. E la ragione è questa: che lo sommo desiderio di ciascuna cosa, e prima dalla natura dato, è lo ritornare allo suo principio. [...] E sì come peregrino che va per una via per la quale mai non fue, che ogni casa che da lungi vede crede che sia l'albergo, e non trovando ciò essere, dirizza la credenza all'altra, e così di casa in casa, tanto che all'albergo viene; così l'anima nostra, incontanente che nel nuovo e mai non fatto cammino di questa vita entra, dirizza li occhi al termine del suo sommo bene, e però, qualunque cosa vede che paia in sé avere alcuno bene, crede che sia esso.","InfoCitazione.UrlFonte":"https:\/\/dama.dantenetwork.it\/index.php?id=19&workSign=Dante_CV&pb=62&start=1&L=0","NaturaRiferimento":"LOCI PARALLELI","NumAnnotazione":16.0,"NumRiferimento":16.0,"RapportoCommentoCommentatoreText":"nan","RapportoSoggettoOggetto":"CONFERMA","Rif":"LOCI PARALLELI","Stato":"done","TipoDiCitazione":"no","UltimaMod":"2022-01-25 14:37:57","Verso":"16","from":114.0,"to":117.0}
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